La storia agonistica del rione della Venezia e della sua gloriosa Cantina,iniziano secondo la mia memoria di figlio appartenente al colore RossoBianco, e cresciuto nei vicoli antichi e misteriosi del quartiere, nel 1950-51, con il primo Palio Marinaro del dopo guerra. Fu chiamato il Palio della rinascita: rinascita morale, fisica,sportiva ed economica. Il ricordo più importante, e più esaltante di quel difficile momento storico, ”ero un ragazzetto”, furono le vittorie ottenute dal leggendario equipaggio degli anni 1951-52-53, che permise al Rione della Venezia e al gozzo dell'Andrea Sgarallino, di conquistare il primo “Cencio o drappo”. Cencio, e non” Cencio Volpi il mitico Presidente di quei tempi ”, deteriorato dal tempo e dall'incuria, fu rifatto fare da Nedo Vaiani, nostro dirigente che amava le cose del passato, e voleva lasciare una testimonianza di ciò che avvenne. La vita della Cantina da me frequentata. Da sempre, è ricca di episodi e di aneddoti degni di nota, ma i miei pensieri e riflessioni cadono sui “Cenci”. Il Cencio esprime la continuità agonistica, testimonia, il sacrificio della cantina, e degli uomini che hanno dato il meglio di loro stessi per renderla prestigiosa e importante. Dirigenti-atleti-allenatori, ma soprattutto i cantinieri, che in umiltà e senza apparire hanno permesso al Rione, alla Cantina, e al Gozzo di emergere. Di acqua lungo i nostri canali o fossi, ne è passata, ne passa, ne passerà, ma la Cantina della Tura rimane, e con essa le vittorie, la dignità, l'orgoglio di un Rione piccolo, nato sui canali e circondato da essi, ma grande storicamente perchè entrato nella leggenda del remo Livornese, grazie ad uomini coraggiosi, pieni di idee, e liberi. Uomini del nostro mare, risi'atori, navicellai, portuali, pescatori, che affrontarono le insidie dei marosi, e soprattutto le insidie della vita. Il secondo “Cencio”, ben conservato in una specie di bacheca presso la sede del Comitato Palio Marinaro di Livorno, e rivisitato da Fastame Massimo, figlio di Primino uno di “noi”, a cui porgo un saluto da parte della Cantina, e mio in particolare; è quello delle vittorie del 1957-58-1963. Vittorie conquistate dal Gozzo dell'Eca “tale era la magrezza della ciurma” Questo è particolarmente importante per il sottoscritto, lo sento un po' mio, facevo parte giovanissimo di quella ciurma come riserva, quindi come capovoga nel 1963 al Palio di Mascagni. Il terzo “Cencio”, quello del 1969-70-71, caratterizzato dalla conduzione atletico tecnica di due mostri sacri della nostra storia Umberto Marconcini, ”Uccellino”, e Canzio Vivaldi ”Pecchio”, che crearono anche i Canottieri Portuali, dai quali arrivarono molti atleti. I fratelli Mancini: ”Stefano e Massimo”, il Mazzoni Fausto, il Giuliani Riccardo, il Laucci Riccardo e Mannocci Vladimiro, tutti ragazzi cresciuti e nati in Venezia. Il quarto “Cencio”, si riferisce al mitico equipaggio degli anni ottanta 1981 -85-86, quello composto dai ragazzi cresciuti all'ombra del campanile di Crocetta, e bagnati dall'acqua della Tura. A questo “Cencio”, sono particolarmente legato. come del resto a tutti gli altri, perchè vissuto da protagonista diretto e indiretto. Tifoso, timoniere, Presidente, e veneziano. Questi sono stati anni di vera attività sportiva, agonistica e sociale, in cui ho diviso gioie e dolori con i miei compagni di viaggio di questa meravigliosa avventura, non ancora conclusa,ma che certamente continuerà. ”Rivedo Cesarino Gallinari impegnato a sistemare il Gozzo, rivedo CanzioVivaldi Pecchio a istruire i giovani, rivedo Rondina Edoardo impegnato alla ricerca delle tute di rappresentanza, nomi sempre presenti nella mia memoria e punto di riferimento. Come Salvadori Ivano e Lavoratori Pippo, portuali da sempre in cantina per dare il loro apporto continuo e duraturo, il lore esempio. E tutt'ora presenti in Cantina per dare il loro contributo attivo e qualificante, fatto di esperienza maturata sul campo della vita ”Suardi Nedo" mio cugino, un tutto fare indispensabile per la cantina, Baldi Ivo uomo dalle mille risorse, riusciva sempre a trovare tutto e nei momenti meno adatti , Brucioni Maurino, personaggio importante della nostra vita rossobianca, dobbiamo alla sua grande perseveranza e alla sua innata generosità, il potenziamento dei giovani che ha permesso continuamente di usufruire di equipaggi fatti in” casa”. Tanti sarebbero gli episodi e gli aneddoti da raccontare, ma penso che le testimonianze fotografiche, collegate a momenti storici della nostra vita, rappresentino un grande patrimonio da tramandare alle future generazioni. Ma ritorniamo ai Cenci, dopo un certo periodo il Comitato Organizzatore del Palio Marinaro, decise di modificare la procedura di assegnazione del Cencio, non più le prime tre vittorie, ma assegnazione annuale all'armo vincitore .
Gli anni 2003-2004, ci regalarono due splendide vittorie, e con esse arrivarono due Cenci, uno raffigurante il nuovo Gazebo della Terrazza Mascagni, e l'altro con dei grafiti e con al centro la “Madonna di Montenero”, con la scritta” nobiscum Labro Vincit”, di cui non conosco il significato . Non potevo non pensare alle numerose vittorie regalateci dei nostri ragazzi under 18, e pensando a ciò anche ai “ Cenci”, da essi conquistati e facenti parte del nostro patrimonio storico, e tradizionale, che rafforza la consapevolezza di una Cantina nautica da sempre rivolta al futuro, e al miglioramento della propria qualità socio-sportiva-agonistica. Il Venezia da sempre e i Cenci, lo stanno a testimoniare partecipa per vincere, e non per partecipare. Filosofia innata nel nostro patrimonio genetico, forse per uno scherzo, forse per come siamo nati, forse per la storia multietnica, ma certamente per il ” profumo di salmastro e di pece”, respirato alla Tura.
Torniamo alla storia e quindi ai Cenci dei bimbi. Il Comitato Organizzatore decise dal momento che le gare minorili stavano prendendo piede, e creavano partecipazione e entusiasmo, di creare un drappo o cencio da assegnare ai rioni che per primi avessero conquistato due vittorie nel Mini Palio. Quei momenti erano momenti di grande partecipazione, si contavano quasi sedici sezioni nautiche, e le gare di consueto venivano svolte con diverse batterie eliminatorie. Abbiamo nelle nostra bacheca situata nella sede del Comitato Org. Palio Marinaro, due Cenci,conquistati dai nostri Bimbi, il primo quello del 1989-1990, l'altro il secondo quello del1992-1996. Tutti sotto la direzione generosa, bonaria, ma autorevole del nostro Maurino Brucioni. Attualmente e la storia continua, l'ultimo “Cencio”, conquistato dalla cantina della Tura, e a cui siamo particolarmente legati, anche perchè voluto, è quello del 1° Palio dell'Antenna. Nostra fu la gara, nostro fu il Cencio. Era un caldo Agosto del 2005, e nel Rione si svolgeva Effetto Venezia. Stavo per concludere le mie riflessioni, quando poche ore fa, la ciurma del leggendario Gozzo dell'Andrea Sgarallino con il numero 7, conquista un nuovo” Drappo o Cencio”, quello messo in palio nella Coppa D'Alesio 2010.
Riflessioni e valutazioni di Luigi Suardi