Il centro e la "Venezia" chiamata così quella parte di Livorno che intersecata di canali, e da ponti, rammenta la città della Laguna. L'incremento delle attività marittime e commerciali di Livorno pone l'esigenza di un ampliamento degli spazi cittadini adibiti a case e magazzini. Tra il 1629 e il 1645 si procede alla costruzione del quartiere della "Venezia Nuova" cosidetto perchè ricavato sopra una zona starppata al mare e intersecato di canali. Molti edifici storici importanti ci sono all'interno di questo quartiere infatti tra vecchie e nuove case del centro cittadino ebbero posto alcuni palazzi di famiglie molto importanti come i Bartolommei sugli Scali del Pesce, i Bertolla in Piazza della Fortezza Vecchia, i Bicchierai e gli Huiguens in Via Borra, i Niccolai Gamba sugli Scali del Corso ed altri ancora. Poco dopo aver attraversato il cosiddetto "Ponte di Marmo", costruito nel 1629 e rifatto nel 1734, si trova sulla nostra destra la via degli Scali del Pesce. Antica quanto è antico il quartiere della Venezia, questa strada costeggia il tratto del Fosso Reale che divide appunto la città dal quartiere della venezia Nuova. Questi scali erano il luogo dove una volta veniva scaricato il pesce destinato alla Pescheria Nuova che sorgeva, dal 1705, nel luogo dove fino a qualche anno fa insisteva la caserma dei Vigili del Fuoco di Livorno. All'inizio della via, nel palazzo che fa angolo con la Via Borra , nel Settecento ebbe sede il consolato d'Inghilterra a alla sua conclusione era posto l'edificio,ad angolo con Via della Madonna, che ospitò il Commissariato di Polizia.
"Il Ponte di Marmo è un cenotafio consacrato dai figli della Venezia Livornese alla memoriadei loro morti". Questa frase scritta da Angelica Bartolommei nel suo libro su Livorno riferendosi alle iscrizioni che nel tempo sono state fatte sulla balaustra in marmo del ponte omonimo. La più lunga riporta le seguenti parole: "D.O.M. -Alla cara memoria di Giovanni Calafati. Che cessò di fruire.".
La Via Borra è una delle più importanti vie di comunicazione della città di Livorno non tanto per quello che oggi rappresenta ma per quello che ha significato nella storia civile e commerciale della nostra città. Il professor Alberto Razzauti definì questa strada come "nobile decaduta" per ricordarla quale "sede eletta di classi abbienti e spesso teatro di vita fastosa". La strada ha inizio dalla Via del Porticciolo e si conclude in Piazza dei Domenicani . Il suo nome è legato a quella del generale Dal Borro
artefice della costruzione della zona nel tardo Seicento. Su questa strada si affaccia il palazzo detto "l'isolotto", quello delle "colonne di marmo", quello del ricco mercante Huiguens. Lungo questa strada vi fu un famoso laboratorio di corallo e magazzini di varie nazioni straniere.
Anche le chiese della "Venezia" sono fra le più antiche e importanti della città come quella di Santa Caterina da Siena, chiesa a pianta ottagonale con sei cappelle, costruita per i padri domenicani a partire del 1720. Fu ideata da Giovanni Del Fantasia e completata nel 1753 sotto la guida di altri ingegneri. Nel periodo dell'occupazione francese il convento adiacente fu adibito a prigione e tale rimase fino al 1985.
E come non citare "Crocetta" località all'interno del quartiere "Venezia" con la sua Chiesa di San Ferdinando detta appunto di "Crocetta", la sua costruzione
nel 1707 a spese del Principe Ferdinando De Medici (figlio di Cosimo III°) e completata nel 1717. Padre Saglietto dei Trinitari fu' il parroco storico di "Crocetta" che fondò "La Pia opera per la salvezza della gioventù" che aveva lo scopo di raccogliere i giovani del popolo e dar loro un'istruzione ed un'educazione civile.
Chiesa di San Ferdinando
All'interno della Chiesa di San Ferdinando c'è la benedizione del gozzo del Venezia
Luglio 1996