Storia della "Nautica Venezia"

Con Migliaccio allenatore, e siamo sempre nel '95, arriva anche l'ottava Barontini con il tempo di 14'04''44 che sarà il nuovo record. Nel 1996, i veneziani, mai sazi, si aggiudicano l'ennesima Risiatori. L'anno seguente, il 1997, dopo due anni di permanenza, Migliaccio, con tre gare vinte, e non è poco, lascia la Sezione Nautica del Venezia, al suo posto entra Nilo Bitossi portando con sé i suoi due figli: Igli e Alessandro, vogatori “corteggiati” da tutte le sezioni nautiche. Ed è proprio nel 1997 che la carica di Presidente della Nautica Venezia va al veterano Emiliano Fanelli (figlio d'arte, infatti suo padre era Dino Fanelli uno degli artefici della rinascita della storica cantina) che rimarrà fino al 2006 vincendo come Presidente ben tre Palii Marinari una Coppa Risi'atori e una Coppa Ilio Barontini. Proveniente dal Pontino San Marco, Nilo, da sempre simpatizzante della Tura in quanto suo padre Oreste fu vogatore del Venezia-San Giovanni che si aggiudicò il famoso Palio del 1935, sarà ben lieto di allenare i rosso-bianchi i quali, seguendo alla lettera la tattica dell'ex pontinese, porteranno a casa il Palio N°18 dopo sei anni di digiuno. In quella gara, la dea bendata è finalmente favorevole ai veneziani che gareggiano in boa 4. Nel 1998, Nilo, con lo stesso equipaggio dell'anno passato, studia e ristudia il percorso della gara a cronometro più ambita, inventa una stupenda tattica da seguire scrupolosamente dai forti vogatori i quali non deludono il loro allenatore. E' vittoria. Nel Palio Marinaro il Venezia, dopo una gara da non far vedere a chi soffre di cuore, perde sulla linea d'arrivo, per soli sei centesimi di secondo, con il fortissimo Salviano allenato dal bravo Piero Costanzo. “Onore al Venezia”, si dirà in cantina bianco-amaranto. 1999. In cantina scoppia un conflitto fra il Mister e un gruppetto di vogatori. Il buon rapporto sembra ormai rotto, non c'è più l'armonia, indispensabile fra allenatore ed equipaggio, che aveva caratterizzato le ultime vittorie. Bitossi, assieme a Igli e Alessandro, lasciano la Tura dopo la Risiatori. Nonostante quelle difficoltà, lo Sgarallino, orfano del Mister, porta a casa la decima Coppa Barontini. Il 2000 e 2001 sono anni bui. La dirigenza si trova in serie difficoltà organizzative da tutti i punti vista e i risultati saranno scarsi. Oltre a questi problemi arriva una notizia che sconvolge tutto il mondo remiero livornese e non solo. Il 24 agosto del nuovo millennio, muore all'età di 78 anni, Canzio Vivaldi, per tutti Pecchio. Personaggio amato dalla città intera, ma soprattutto dalla sua Venezia, Pecchio lascia un vuoto incolmabile alla Tura. Il cuore palpitante veneziano, continuerà si a dare vita alla gloriosa cantina, ma con un pezzo in meno. Alcuni giorni dopo, testimone il sottoscritto, in un silenzio surreale, interrotto dagli applausi provenienti dai presenti alla Tura, sfila, davanti a noi, l'Andrea Sgarallino, più lustro che mai, per dare l'ultimo saluto al grande Condottiero Veneziano. GRAZIE PECCHIO. Il 2002 vede l'arrivo di Mister Alvaro Dovicchi che assieme a Marco Marconcini detto Marcone ridaranno in cantina quell'entusiasmo ormai appannato. Con loro i rosso-bianchi conquistano la Barontini N°11. Questa vittoria sarà un toccasana per tutto l'ambiente che vuole riportare l'Andrea Sgarallino ai vertici delle competizioni, vertici che ormai gli competono. Sulle ali del rinnovato entusiasmo, i veneziani, nel 2003, riusciranno a creare una ciurma all'altezza della situazione che darà loro la soddisfazione della “bella dozzina”, tante sono le Barontini finite alla Tura. In quell'anno, come allenatore, rimane solo Marcone in quanto Dovicchi abbandona la cantina rosso-bianca. Nei primi anni del 2000, Emiliano Fanelli sarà il portavoce del Venezia interessandosi lui alle pubbliche relazioni in quanto Luigi Suardi sarà impegnato come direttore tecnico.
Nel 2004 c'è da segnalare lo storico sorpasso nella classifica dell'albo d'oro del Palio Marinaro nei confronti del Borgo Cappuccini. I due rioni erano appaiati con 19 vittorie ciascuno, con la vittoriosa gara di quell'anno, il Venezia supera i bianco-neri che scendono in seconda posizione. E siamo al 2005. Come ogni anno il Venezia cerca di imbastire un ottimo equipaggio e ci riesce. Assieme a Michele Quercioli, Federico Suardi, Alessio Baldacci e altri, arrivano Alessandro Bellandi, Andrea Brilli e Matteo Pedani con al timone Marchino. La ciurma è competitiva ma qualcosa va storto e non raccoglie quello che si era prefissata. Vince soltanto la Coppa Barontini e si classifica, nuovamente in boa 8, al secondo posto per soli due decimi dietro al Borgo che vince in boa 3. Una piccola soddisfazione i veneziani l'avranno vincendo il primo Palio dell'Antenna. Voluta dal presidente del Palio Marinaro Vittorio Pasqui e dai suoi collaboratori, questa gara rievoca quattro secoli di storia. Il Palio dell'Antenna è tornato dopo 74 anni di assenza, nel 2005. In precedenza nel 1930 e '31 il Rione San Giovanni aveva dato vita a due edizioni che restano però fini a se stesse. Della gara c'è da dire che dopo una strepitosa partenza, il Venezia, dopo aver girato la boa in senso antiorario, fila dritto controvento e il suo scalatore Alessio Carmignani, veloce come un gatto, sale lungo la cima e strappa il Paliotto per primo. Si corre l'edizione N°28 della Coppa Risiatori. Siamo nel 2006. L'allenatore Marco Bulli, come già accadde nel 1998 con Nilo Bitossi, abbandona la Tura alcuni giorni prima della Coppa Risiatori appunto. Il motivo è il solito: disaccordo con gli atleti. Gli subentra Fabrizio Pedani che lascerà la cantina a fine stagione. La gara, subito dopo la partenza, vede in testa l'Ovo Sodo fino all'uscita delle boe dove avviene il sorpasso ad opera dello Sgarallino il quale respinge i ripetutti attacchi dei giallo-bianchi e s'invola verso il traguardo vincendo la coppa N°8. Da segnalare che al timone del gozzo rosso-bianco c'era Piccinini Valerio proveniente dal San Jacopo. Nella Coppa Barontini, la vittoria è dell'Ovo Sodo mentre nel Palio Marinaro è delusione. Quinti classificati. Nel 2007 ritorna Marcone come allenatore. Con le direttive del “nuovo” Mister, arriva un'altra Coppa Risiatori e un secondo posto alla Barontini. Al Palio Marinaro il Venezia è costretto a gareggiare in corsia 7 è meglio di un secondo posto non può fare. Una piccola rivincita, i veneziani, se la prendono vincendo il secondo Palio dell'Antenna. Nella gara principale, i rosso-bianchi avevano frenato un po' troppo presto facendosi superare, oltre al Pontino, anche dall'Ovo Sodo. Ma è stata la scalata alla cima a sovvertire il verdetto: il montatore del Pontino, Paolo Carrara, è arrivato in vetta per primo, ma Stefano Mininni, del Venezia, gli ha sfilato il “Paliotto” dalle mani conquistando la vittoria. Se nel 2008 non ci sono da segnalare vittorie, anche con il ritorno di Marco Marconcini (Marchino) al timone dello Sgarallino, il 2009 vede vittoriosi i veneziani in cinque gare su sette, mancano all'appello il Palio Marinaro e il Palio dell'Antenna. In cantina si ritorna all'antico. Riapproda, come allenatore Fabrizio Pedani che assieme all'altro veterano Federico Suardi, mette su un equipaggio di giovanissimi con al timone Michele Moneta, gradito ritorno. E' un piacere ricordare che Moneta, sempre come timoniere, è l'unico ad avere vinto 26 gare di seguito negli under 18. E' proprio destino che in quegli anni al Venezia vengono sorteggiate le boe al largo. La dea bendata, questa volta, regala ai rosso-bianchi ancora la boa 7 mentre i soliti avversari bianco-gialli gareggiano in acque tranquille di terra. Nel 2010, arrivano le prime coppe in programma, la D'Alesio e la Lubrani. Anche se sono gare un po' meno importanti servono comunque a tenere alto il morale degli atleti, e infatti l'equipaggio veneziano porterà ben sei vittorie nel suo palmares, conquistando per la seconda volta il famoso "trittico". L'anno 2010 sarà indimenticabile per l'armo rossobianco per tutti i dirigenti e per tutti gli abitanti del quartiere "Venezia". Un gruppo di vogatori coeso e compatto che vincerà tutte le gare con una facilità estrema, dimostrando a tutti che si può arrivare primi divertendosi tra amici come appunto fanno i veneziani, validi elementi che hanno stabilito un record di vittorie. Bravi ragazzi !!!! (Articolo di Carlo Braccini)


Il tatuaggio che Matteo Pedani ed altri vogatori si sono fatti sul braccio per l'impresa di quest'anno, che rimarrà un ricordo indelebile nella loro vita e nella storia del Palio Marinaro.